Scarica il pdf
Se per best practices si intendono, in genere, le esperienze più
significative o dai migliori risultati adottati, si può ben dire che da nord a
sud, dove c’è la volontà di fare, e dove c’è amore per il territorio, di esempi
se ne possono trovare sempre, e, senz’altro in maggior numero dei tre che oggi
si intendono segnalare.
Il paesaggio come definizione
Molto spesso, quando si parla di “paesaggio” il pensiero corre a marine il
cui orizzonte è solcato da vele bianche o, poiché siamo d’estate, il termine
paesaggio ricorda campi di grano punteggiati dal rosso dei papaveri. D’inverno,
l’immagine che appare alla mente sarà diversa ma, in pochi, parlando di
paesaggio verrà in mente il paesaggio urbano. Ed è questo, invece, che giorno
dopo giorno, anno dopo anno, abbiamo davanti a noi anzi, per essere più precisi,
ci stiamo dentro.
Eppure, come evidenzia Roberto Barocchi,1 il pasesaggio non è
qualcosa di scontato, come i più sono orientati a ritenere, ma su cosa sia il
paesaggio dibattono anche più scuole di pensiero. Secondo gli scientifico -
ecologisti esso è l'insieme delle cose e delle relazioni fra di esse, ma
sbagliano perché lo confondono con l'universo che è l'insieme di tutte le cose e
delle relazioni fra di esse. Secondo gli storicisti esso è il risultato
dell'evoluzione della Natura e dell'azione dell'uomo. Gli storicisti hanno
perfettamente ragione, ma non è una definizione, bensì una ovvia constatazione.
Sarebbe insomma come dire che un'automobile è il prodotto di una fabbrica
d'automobili. Per definire un'automobile bisogna invece dire che è un veicolo a
motore con quattro ruote, che viaggia generalmente su strada per portare alcune
persone e un bagaglio. Secondo i percettivisti, il paesaggio è l'insieme delle
forme di un luogo e delle relazioni fra di esse. Anche loro hanno ragione e
questa è una buona definizione. Infatti quando una commissione edilizia esamina
un progetto di un edificio da costruire in una zona soggetta a vincolo
paesistico non ne esamina la pianta o i calcoli statici, ma la forma e la mette
in relazione con l'aspetto del luogo in cui sarà costruito. Insomma, il
paesaggio è la forma dell’ambiente.
Il paesaggio come ambiente
La qualità del tessuto urbano va considerata, quindi, oltre che per gli
elementi storico testimoniali che le conferiscono un valore culturale, anche per
gli aspetti di ricchezza paesaggistica. E’ preciso, al riguardo, il cosiddetto
"codice Urbani" che nel decreto legislativo 42 del 2004 all’articolo 2,
definisce con chiarezza i beni da tutelare, appartenenti al patrimonio
culturale:
a) le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico,
archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico quali
testimonianze aventi valore di civiltà;
b) i beni paesaggistici che, in altre parole, sono gli immobili e le aree
costituenti espressione dei valori storici, culturali, ma anche naturali,
morfologici ed estetici del territorio.
Riguardo il paesaggio urbano, quindi, gli elementi sono i parchi e giardini,
slarghi, piazze ed acque che arricchiscono con la varietà dei loro elementi
l’aspetto della percezione e della fruizione del paesaggio urbano, ma altri
componenti sono gli accessori, gli elementi d’arredo: tavoli, sedie, panche e
fioriere che possono migliorare la qualità complessiva ma anche peggiorare la
visione d’insieme del paesaggio, se la loro scelta non è ponderata.
L’autore delle scelte
Relativamente a chi compete la scelta della qualità, nel senso della
tipologia e delle caratteristiche degli elementi di arredo urbano, è evidente
che se il bene è pubblico la responsabilità della scelta delle tipologie non può
essere lasciata al singolo. Questo, infatti, potrà arredare la propria casa come
meglio ritiene, secondo il personale gusto. Ma se lo spazio da arredare è
pubblico, ancorché dato in concessione, ogni scelta sulle tipologie e la qualità
degli elementi d’arredo deve essere indirizzata e coordinata secondo un disegno
strategico che migliori la qualità complessiva del paesaggio.
Il Comune di Grado, a nord, quello di Orvieto al centro e la Città di Trani, a
sud, si sono mossi in tal senso partendo dallo stesso presupposto: colui il
quale ottiene l’uso del suolo pubblico deve attenersi alla prescrizioni che il
Comune fornisce.
Le best practices
Grado è un’antica cittadina a nord del mare Adriatico, posta sull'isola
omonima, che ha fatto della qualità il suo biglietto da visita. La sistemazione
del centro storico, resa possibile anche grazie all’intervento finanziario della
Regione Friuli Venezia Giulia, è stato il cavallo di battaglia del dirigente dei
servizi tecnici che, nativo del luogo, ne percepiva le potenzialità. Alla
sistemazione della pavimentazione mantenendone le originarie caratteristiche, le
fontane, la cura del verde si affianca oggi un semplice ma efficace prontuario
allegato al regolamento per la concessione del suolo pubblico. Si tratta di note
tecniche sulle caratteristiche formali, tecnico dimensionali di tavoli sedie ed
espositori che, come l’autrice tende a puntualizzare nel suo lavoro, sono il
risultato di una selezione effettuata tra gli articoli in produzione. Insomma,
basta cercare tra ciò che il mercato offre, seguire le indicazioni del Comune, e
il risultato è facilmente raggiunto.
Il Comune di Orvieto è da sempre attento alla qualità del territorio ed,
infatti, il regolamento approvato esattamente un anno fa, il 29 luglio 2006,
abroga quello precedente del 1988. Per Orvieto, la motivazione è filosofica e la
correttezza dell’approccio è dimostrata dai risultati positivi.
Il piano di valorizzazione del centro storico, sostiene il Comune, è un processo
che traduce in una unica regia la complessità del governo urbano e territoriale
delle risorse, attivando progetti, strumenti e azioni integrate (traffico,
arredo urbano, sicurezza stradale). Infatti, puntualizza il Comune, nel
dibattito attuale sui temi dell’urbanistica si fa sempre più appello alla
questione estetica come chiave fondamentale per attribuire o restituire identità
ai luoghi dell’abitare. Non a caso, si parla di “diritto alla bellezza” come
elemento essenziale del diritto alla città.
Il regolamento sull’arredo urbano adottato dal Comune di Orvieto è disponibile
all’indirizzo
http://www.comune.orvieto.tr.it/
Infine, l’esperienza della Città di Trani. E’ con ordinanza congiunta dei tre
dirigenti interessati (tributi, attività economiche e polizia municipale),
sottoscritta per l’importanza politica che l’atto riveste, anche dal Sindaco,
che anche a Trani, si è ritenuto necessario dettare delle regole.
Pur dando atto della necessità di un regolamento organico, è stata la
Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio che ha sollevato
l’opportunità dell’adozione di un piano- regolamento per la disciplina
dell’occupazione del suolo pubblico annesso ai locali posti nel centro storico.
Di più. La Soprintendenza, secondo il codice Urbani, ha precisato che
l’installazione di strutture o manufatti, permanenti o stagionali, deve comunque
ritenersi subordinata all’approvazione della Soprintendenza stessa. Infatti,
puntualizza l’Ente preposto alla tutela del patrimonio paesaggistico, il centro
storico cittadino va considerato oggetto di tutela, ipso iure, in base
all’articolo 10, comma 4, lettera g) del d.l. 42/2004 (il codice Urbani), a
prescindere dalla formale declaratoria d’interesse culturale o dalla imposizione
di vincolo.
Quella della Soprintendenza è una precisazione alla quale va prestata la
necessaria attenzione e non va sottovalutata, perché se il paesaggio in Italia
oggi è ricco di bellezze, il merito è proprio di coloro i quali hanno profuso
mezzi e risorse per la salvaguardia di questo patrimonio inestimabile.
Leggi l’ordinanza del Comune di Trani.
28 luglio 2007
____________________________________________________________________________________________
1 Roberto Barocchi cura il sito www.ilpaesaggio.eu
ricco di informazioni utili.