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Guerra tra taxi e NCC: un altro round
Il decreto legge 25 marzo 2010, n. 40, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 71 del 26 marzo 2010, e dal titolo altisonante, contiene la classica “norma intrusa” che in base alle regole di logistica dovrebbe essere non consentita. Ma tant’è. In questa materia, Governo e Parlamento ci hanno abituati a vederne di tutti i colori. Comunque, la storia continua e diamo, quindi, atto che al comma 3 dell’articolo 2 del dl sopraindicato è stato disposto che: “Ai fini della rideterminazione dei principi fondamentali della disciplina di cui alla legge 15 gennaio 1992, n. 21, secondo quanto previsto dall'articolo 7-bis, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, ed allo scopo di assicurare omogeneita' di applicazione di tale disciplina in ambito nazionale, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza Unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono adottate, entro e non oltre il termine di sessanta giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore del presente decreto, urgenti disposizioni attuative, tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio di taxi e del servizio di noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia. Con il suddetto decreto sono, altresi', definiti gli indirizzi generali per l'attivita' di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi.”
Che cosa bolle in pentola non è facile dirlo perché, come detto, la guerra si sta combattendo senza esclusione di colpi o, meglio a colpi di decreto legge. Tuttavia, forse al Governo è sfuggito il fatto che con il primo aprile sono entrate in vigore le norme vessatorie (a detta della categoria degli NCC) che erano state introdotte nell’ordinamento, con un colpo di mano, in sede di riconversione del decreto legge 207/2008 e questo certamente non aiuta ad assicurare quella serenità d’animo che sarebbe invece necessaria per porre fine alla diatriba tra le due categorie interessate.
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