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Archivio delle
news inviate alla mailing list della Comunità di Pratica
Le limitazioni legittime al gioco lecito
News inviata il 23 febbraio 2013
Con due significative sentenze, il Tar di Trento entra nel merito delle scelte della Provincia di Trento e dei comuni che hanno applicato le limitazioni provinciali nel tentativo di arginare la diffusione del gioco. Interessanti, a tale proposito, le considerazioni svolte dal Giudice anche in relazione al fatto che sono stati riportati dati significativi sul fenomeno del gioco patologico al quale lo Stato, anzichè prevenire, è corso ai ripari. In particolare, il Tar, nella sentenza n. 63 e nella sentenza n. 64 del 21 febbraio, ha affermato che una strategia di “contenimento” dell’offerta dei giochi richiede una capacità di intervento sulle esigenze locali e una conoscenza della struttura sociale ed economica del territorio, che solo gli enti territoriali possono avere. Trattasi dunque non solo dell’esercizio di competenze statutariamente attribuite ma anche dell’applicazione del principio della “sussidiarietà responsabile”, sul quale si è basata la riforma del Titolo V della Costituzione, in base al quale la disciplina volta ad arginare specifiche problematiche locali deve collocarsi al livello territoriale più efficiente rispetto alle diverse responsabilità istituzionali.
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Toscana: incostituzionale ogni limite agli orari
News inviata il 22 febbraio 2013
E' del tutto irrilevante il fatto che nei paesi UE i negozi chiudano alle 18 e non restino aperti la domenica ed i gioni festivi. Lo Stato ha deciso la totale libertà è questo è un tanto. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 27 depositata oggi 22 febbraio. Peraltro, la Regione Toscana ha ricordato anche che la Corte di Giustizia, proprio con riferimento a normative degli stati membri che regolano l’apertura domenicale degli esercizi commerciali, ha affermato che spetta agli stati membri decidere, fermo il rispetto del diritto comunitario, perché costituiscono l’espressione di determinate scelte, connesse alle peculiarità socio culturali nazionali o regionali, (Causa C-169/91). ma ciò evidentemente non è bastato per salvare la legge.
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Farmacia comunale: qualificazione
News inviata il 21 febbraio 2013
La gestione delle farmacie comunali da parte degli enti locali è collocata come modalità gestoria "in nome e per conto" del S.s.n., come tale non riconducibile né all'ambito dei servizi di interesse generale nella definizione comunitaria, né alla disciplina sui servizi pubblici locali secondo l'ordinamento italiano; piuttosto deve ritenersi che l'attività di gestione delle farmacie comunali costituisca esercizio diretto di un servizio pubblico, trattandosi di un'attività rivolta a fini sociali ai sensi dell'art. 112 d.lg. n. 267/2000. La procedura per l’individuazione dell’affidatario non riguarda perciò l’affidamento del servizio, la cui “concessione/autorizzazione rimane in capo al Comune”. In tal senso il Consiglio di Stato con la decisione depositata l’8 febbraio 2013 n. 729
www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%203/2012/201206537/Provvedimenti/201300729_11.XML
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Clienti rumorosi, malumore dei residenti. Ma il titolare può salvarsi...
News inviata il 18 febbraio 2013
Rimessa in discussione la condanna nei confronti dei titolari di due locali
finiti nel mirino degli abitanti di un quartiere. A poter essere decisive le
misure, seppur parziali, adottate per contrastare il fenomeno dell’incivile
sciamare dei clienti all’esterno. In tal senso la Corte di Cassazione, sez. I
Penale, sentenza n. 6825/13; depositata il 12 febbraio. (dirittoegiustizia.it)
Più potere all’Antitrust
Con sentenza n. 20/2013, depositata il 14 febbraio 2013, la Corte
Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Regione
Veneto contro l'art. 35 del DL 201/2011. In particolare la Regione Veneto si
dogliava dei poteri di controllo ed impugnativa, conferiti dallo Stato all'AGCM,
su tutti gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i provvedimenti di
qualsiasi amministrazione pubblica, statale, regionale o locale, che ritenga
emanati in violazione delle norme a tutela della concorrenza e del mercato. La
Corte osserva che è inesatto parlare di «nuovo e generalizzato controllo di
legittimità», là dove la norma – integrando i poteri conoscitivi e consultivi
già attribuiti all’Autorità garante dagli artt. 21 e seguenti della legge n. 287
del 1990 – prevede un potere di iniziativa finalizzato a contribuire ad una più
completa tutela della concorrenza e del corretto funzionamento del mercato (art.
21, comma 1, della legge citata) e, comunque, certamente non generalizzato,
perché operante soltanto in ordine agli atti amministrativi «che violino le
norme a tutela della concorrenza e del mercato». (monica sica)
WIFI libero da controlli nei p.e.
Dando ragione all’interpretazione di Fipe, la federazione italiana pubblici
esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, l’Autorità garante della
Protezione dei dati personali ha confermato che gli esercenti pubblici possono
mettere liberamente a disposizione degli utenti la connessione wi-fi ed
eventualmente Pc e terminali di qualsiasi tipo. A sollevare la questione era
stata un’interpretazione controversa sollevata da provider che forniscono
programmi di archiviazione. A loro dire, sui gestori di bar e ristoranti
incombeva l’obbligo di registrazione dei dati da parte degli utenti, così come
dovevano essere anche ritenuti corresponsabili dei siti visitati dai loro
clienti in caso di connessione alla rete con l’accesso telematico fornito dal
locale. Il testo del parere è disponibile nella sezione
gestione documenti.
Diffidare dalle interpretazioni "creative" del MISE: il caso dei circoli e
dei requisiti morali prescritti
Leggi e rileggi le circolari del MISE, alla luce dei dubbi che ogni tanto
sorgono, emergono interpretazioni assolutamente non condivisibili, perché in
contrasto con l´orientamento del legislatore. E´ il caso dei requisiti morali
per le associazioni che operano in base al D.P.R. n. 235/2001. Marilisa Bombi,
per PL.COM ha approfondito la questione. Il contributo è reso disponibile da EDK
Editore per la Comunità di pratica
a questo indirizzo.
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La Lombardia è verde
News inviata il 13 febbraio 2013
Sul bollettino regionale numero 6 del 6 febbraio 2013, la Regione Lombardia ha
pubblicato il decreto del dirigente della Giunta regionale (D. d. u. o. 31
gennaio 2013 - n. 646 ) che ha per materia l’adozione dei criteri per l’avvio
delle attività per le discipline bionaturali. Il provvedimento è consultabile
a questo indirizzo.
(Fabio Scainelli)
PA: nuove regole di comportamento
Il 24 gennaio scorso è stato sottoposto all’esame della Conferenza unificata
(ma non c’è stata intesa con la conseguenza che
il provvedimento si intende approvato, lo schema di dPR recante: "Codice di
comportamento dei dipendenti pubblici" ai sensi dell’articolo 54 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come sostituito dall’articolo 1, comma 44,
della legge 6 novembre 2012, n. 190”. Il testo, quando approvato, andrà a
sostituire la precedente versione che risale agli anni ’90. In particolare, si
segnala il contenuto dell’articolo 9 dello schema, il quale prevede che “il
dipendente assicura l’adempimento degli obblighi di trasparenza totale previsti
in capo alle pubbliche amministrazioni secondo le disposizioni normative
vigenti, prestando la massima collaborazione nell’elaborazione, reperimento e
trasmissione dei dati sottoposti all’obbligo di pubblicazione sul sito
istituzionale”.
Un mondo (giuridico) imperfetto
Linee guida in materia di controlli alle imprese, ma anche obbligo di
individuare gli oneri amministrativi inutili e adeguamento dei regolamenti alla
politica di semplificazione. Insomma, ci sono mille modi per dimostrare di
essere virtuosi e trarne i relativi benefici, come del resto ha ben chiarito la
Corte Costituzionale con la sentenza n. 8 depositata lo scorso 23 gennaio 2013.
Una sentenza che, tuttavia, disegna una P.A. diversa da quella che
effettivamente è. Nella realtà, infatti, tra risorse economiche esigue e
scarsezza di personale, gli enti locali faticano a rimanere a galla.
Leggi l’approfondimento di Marilisa Bombi pubblicato su PL.COM, disponibile per
la Comunità di pratica su gentile concessione dell’editore
a questo indirizzo.
Stato e Comuni insaziabili
Con
sentenza 626 del 1 febbraio 2013 il Consiglio di Stato ha affermato che la
PA non può considerare scaduta una concessione che è stata prorogata ope legis e
quindi non può acquisire nel proprio patrimonio gli immobili che vi sono stati
realizzati, considerarli come pertinenze demaniali ed aumentare, di conseguenza,
in maniera rilevante il relativo canone.
Novità in Piemonte
Il Consiglio Regionale ha approvato la legge regionale 18 dicembre 2012, n.
15 che ha modificato sia la L.R. 28/1999 sul commercio, sia la L.R. 38/2006
sulla somministrazione. La L.R. 15/2012 (B.U.R. n. 51/2012) ha apportato le
seguenti modifiche: sostituzione dell'art. 1 della L.R. n. 28/1999, in materia
di principi e finalità cui sono ispirate le norme regionali sul commercio; ed
anche dell'art. 3, sugli indirizzi generali per l'insediamento commerciale e sui
relativi criteri urbanistici; e dell'art. 5 sulla efficacia e validità delle
autorizzazioni commerciali. Modifiche inoltre all’articolo 6 della medesima
28/1999, sulla revoca delle autorizzazioni commerciali ed inserimento dell'art.
14-ter, con la definizione delle vendite effettuate con denominazione di “outlet”.
Sempre con riferimento alla legge 28/1999 modifiche sono state apportate
all'art. 15 e all'art. 24, in merito a disposizioni di carattere finanziario
afferenti gli oneri aggiuntivi, di cui all'articolo 3, comma 3-bis,
specificatamente destinati alla rivitalizzazione e riqualificazione delle zone
di insediamento commerciale. La legge relativa alla somministrazione, invece, ha
comportato la modifica dell'art. 21 della L.R. n. 38/2006, inserendo una
sanzione pecuniaria da 500 a 3.000 Euro per la violazione all’obbligo di
formazione triennale per i titolari di esercizi di somministrazione e loro
delegati di cui all'articolo 5, comma 3. Da sottolineare in particolare per
quanto riguarda il commercio la modifica dei casi di revoca (art. 6 – L.R.
28/1999) e l’inserimento della definizione delle vendite effettuate con la
denominazione “outlet” (art. 14-ter – L.R. 28/1999). Sarebbe stato però
auspicabile esentare queste vendite dal divieto di cui all’art. 14-bis, c. 1,
della L.R. 28/1999 (divieto di vendita promozionale nei 30 gg. precedenti i
saldi). Per quanto attiene la somministrazione, si sottolinea l’avvenuta
l’introduzione di una sanzione pecuniaria (art. 21, c. 1, ultimo periodo) per la
violazione dell’obbligo di formazione triennale obbligatoria per i titolari di
esercizi di somministrazione e loro delegati. Purtroppo è sfuggito al
legislatore regionale che, per tale omissione, è prevista anche la revoca
dell’autorizzazione (art. 16 – L.R. 38/2006). (Marco Odasso)
Nulla la sanzione irrogata alla farmacia che resta aperta oltre gli orari
di servizio e nei turni di riposo del sabato
L’accordo con il quale i titolari delle farmacie stabiliscono la turnazione
degli orari di apertura e chiusura degli esercizi, costituisce un contratto
atipico cui non possono essere ricollegati effetti giuridici meritevoli di
tutela, in quanto viola i principi di effettività della concorrenza insiti nelle
previsioni regionali e, comunque, imposti dall’ordinamento nazionale e
comunitario. In tal senso Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n.
3080/13; depositata l’8 febbraio. (dirittoegiustizia.it)
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pag: 96 97 98 99 100 101 102 103 104 (di 346)
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