|
Archivio delle
news inviate alla mailing list della Comunità di Pratica
Condannato il negoziante che tenta di cancellare la data di scadenza dai barattoli in vendita
News inviata il 11 aprile 2017
Il reato di cui all’art. 515 c.p. giunge a consumazione nel momento in cui chi esercita un’attività commerciale consegni all’acquirente una cosa mobile diversa da quella oggetto del contratto o comunque avente caratteristiche tali da farla intendere, per origine, provenienza, qualità o quantità diversa da quella dichiarata o pattuita.
In tal senso Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 17905/17; depositata il 10 aprile.
|
Il Garante antitrust a proposito degli home restaurant
News inviata il 10 aprile 2017
La Commissione europea ha invitato gli Stati membri a favorire lo sviluppo della c.d. sharing economy o economia della condivisione, capace di creare nuo ve opportunità sia per i consumatori, che possono beneficiare di un ampliamento dell’offe rta di servizi e di prezzi inferiori, sia per i nuovi operatori, agevolati da forme di lavoro fless ibile e da nuove fonti di reddito. Ma, secondo il Garante antitrust, il ddl non soddisfa questi requisiti.
Il parere a pagina 39 del bollettino del 10 aprile.
|
Le ultime dalla Cassazione da dirittoegiustizia.it
News inviata il 27 marzo 2017
Occupazione abusiva di area demaniale marittima anche se il chiosco c’era già.
La fattispecie incriminatrice di cui agli artt. 54 e 1161 cod. nav. sanziona chi occupa senza titolo un’area demaniale marittima, impedendone o limitandone la fruibilità, trovando applicazione anche nei confronti di chi abbia protratto l’abusiva occupazione da altri precedentemente iniziata.
In tal senso Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 14476/17; depositata il 24 marzo.
L’odore di sugo e di fritto impregna l’appartamento sovrastante: si tratta di molestie olfattive.
Nella disciplina ex art. 674 c.p. (“getto pericoloso di cose”) possono essere ricomprese anche le emissioni di odori da cucina che superino una certa soglia di tollerabilità.
In tal senso Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 14467/17; depositata il 24 marzo.
Non giustificata la “figuraccia” sul quotidiano locale del ristorante che mal conserva gli alimenti.
In materia di reati alimentari, l’applicazione della pena accessoria della pubblicazione della sentenza di condanna, non può fondarsi sulla mera contestazione di un’ipotesi di cattivo stato di conservazione ma sui soli casi di frode tossica o comunque dannosa alla salute, stante il particolare allarme sociale comunemente ingenerato da tali specifiche condotte.
In tal senso Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 14482/17; depositata il 24 marzo.
|
Il modello EAS ed i circoli
News inviata il 26 marzo 2017
Le quote e i contributi associativi nonché, per determinate attività, i corrispettivi percepiti dagli enti associativi privati, in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa tributaria, non sono imponibili.
Per usufruire di questa agevolazione è necessario che gli enti trasmettano in via telematica all'Agenzia delle Entrate i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali, mediante un apposito modello.
Il modello per la trasmissione dei dati, denominato "Modello EAS", deve essere inviato, in via telematica, direttamente dal contribuente interessato tramite Fisconline o Entratel, oppure tramite intermediari abilitati a Entratel, entro 60 giorni dalla data di costituzione degli enti.
Il modello deve essere, inoltre, nuovamente presentato, entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la variazione, quando cambiano i dati precedentemente comunicati.
Infine, il modello va ripresentato entro sessanta giorni, compilando la sezione “Perdita dei requisiti”, nel caso di perdita dei requisiti qualificanti (previsti dalla normativa tributaria e richiamati dall’articolo 30 (rubricato “Controlli sui circoli privati”) del D.L. n. 185/2008, convertito dalla L. n. 2/2009.
Sono esonerati dalla comunicazione dei dati:
- gli enti associativi dilettantistici iscritti nel registro del CONI che non svolgono attività commerciale;
- le associazioni pro-loco che hanno esercitato l'opzione per il regime agevolativo in quanto nel periodo d'imposta precedente hanno realizzato proventi inferiori a 250.000 euro (legge n. 398/1991 - Regime speciale IVA e imposte dirette);
- le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali che non svolgono attività commerciali diverse da quelle marginali individuate dal D.M. 25 maggio 1995 (attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito, iniziative occasionali di solidarietà, attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasioni di raduni, manifestazioni e simili);
- i patronati che non svolgono al posto delle associazioni sindacali promotrici le loro proprie attività istituzionali;
- le ONLUS di cui al D.Lgs. n. 460/1997 (recante Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale).
- gli enti destinatari di una specifica disciplina fiscale (per esempio, i fondi pensione). (la news è di tuttocamere.it)
Per saperne di più!
|
Luogo aperto al pubblico
News inviata il 25 marzo 2017
In tema di imposta sulla pubblicità, (è il caso trattato dalla Corte) luogo aperto al pubblico deve essere considerato quello comunque accessibile, sia pure nel rispetto di determinate condizioni, a chiunque si adegui al regolamento che disciplina l'ingresso. Ciò in quanto il presupposto impositivo deve essere individuato nell'astratta possibilità del messaggio, in rapporto all'ubicazione del mezzo, di avere un numero indeterminato di destinatari, che diventano tali solo perché vengono a trovarsi in quel luogo determinato ( con riguardo allo spazio interno della stazione ferroviaria il cui accesso sia consentito ai soggetti muniti di biglietto di viaggio, si veda Cass. n. 27497 del 30/12/2014; con riguardo alla targa indicativa di uno studio di un avvocato esposta in un cortile che, pur privato, era aperto al pubblico si veda Cass. n. 22572 del 8/9/2008 ). Ne deriva che anche lo spazio destinato a centro commerciale che, come accertato in fatto dalla CTR, era accessibile dai soli soggetti abilitati alle transazioni che si svolgevano all'interno, era da considerarsi area aperta al pubblico ai fini di che trattasi.
Leggi la sentenza.
|
pag: 9 10 11 12 13 14 15 16 17 (di 346)
|
| |