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La Corte costituzionale, con la sentenza n. 350 del 22 ottobre, ha dichiarato l'incostituzionalità della legge regionale n. 6 del 2006 che prevedeva, oltre agli obblighi previsti dalle leggi statali, anche un'autorizzazione comunale per l'apertura e la gestione dei phone center. Secondo la Corte, confligge con le scelte operate dal legislatore statale in tema di liberalizzazione dei servizi di comunicazione elettronica e di semplificazione procedimentale, la introduzione, ad opera del legislatore regionale, di un vero e proprio autonomo procedimento autorizzatorio per lo svolgimento dell’attività dei centri di telefonia. Sussiste, a giudizio della Corte la possibilità per i Comuni, tramite la loro potestà regolamentare, e le Regioni, tramite la loro potestà legislativa, di disciplinare specifici profili incidenti anche su questo settore, ma non fino al punto di prevedere una autorizzazione autonoma rispetto al sistema autorizzatorio previgente. La sentenza della Corte assume particolare importanza, in relazione al fatto che, solo un anno fa, la Regione Veneto ha seguito la strada intrapresa dalla Regione Lombardia. Un percorso che, quindi, dovrà necessariamente essere riconsiderato, anche in relazione al fatto che presupposto dell'autorizzazione comunale è l'autorizzazione della Questura istituita a seguito del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, recante «Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale», convertito, con modificazioni, nella legge 31 luglio 2005, n. 155, che all'articolo 7 ne prevede il rilascio ma solo fino al 31 dicembre 2008.
Leggi la sentenza

Non ha perso occasione il Governo, per introdurre un’ulteriore modifica alla disciplina del gioco d’azzardo che, da tempo ormai, lo Stato ha posto in regime di monopolio. Il Governo, infatti, è intervenuto con un emendamento al dl all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea già da lunedì, ma bloccato in tempo per rimediare ad un errore. Ieri , a Milano, si sono incontrate le maggiori associazioni del settore Lega Giochi, Ascob, FederBingo e Acadi per discutere del problema. In gioco, infatti,  c'è la possibilità, annunciata dal sottosegretario Giorgetti, di correggere l'emendamento.
Leggi la notizia di Marilisa Bombi.

E' previsto per i prossimi 27 e 28 novembre, a Ferrara, l'incontro dei componenti della Comunità di Pratica alla quale aderiscono ormai più di 1000 colleghi. L'idea di incontrarsi è nata nel forum del sito, ed è stata subito accolta con entusiasmo, quindi la macchina organizzativa è ormai in moto. Il titolo della due giorni è "Le leggi del commercio: al di là del diritto sostanziale" e sarà l'occasione per confrontarsi con esponenti autorevoli del mondo accademico, giudiziario ed economico su alcune importanti problematiche per il nostro settore: dalla nuova gerarchia delle fonti dopo la modifica del titolo V Cost, all'interesse pubblico e a quello della concorrenza, dalla responsabilità penale del responsabile del procedimento ad argomenti più specificatamente di diritto sostanziale in materia di allietamento e trattenimento, gioco lecito e manifestazioni locali.
A giorni il programma definitivo e le indicazioni per l'ospitalità a Ferrara. Nel frattempo segnate questa data nell'agenda: 27 e 28 novembre, la comunità si pratica si incontra.

La Giunta regionale del Veneto ha approvato i criteri per il rilascio delle autorizzazioni per l'apertura di nuovi esercizi di somministrazione, cosi' come previsto dalla l.r. 29/2007 del Veneto. Si tratta di criteri innovativi che tengono conto della necessità di rimuovere ogni criterio economico dalla programmazione, a seguito del dl 223/2006 (decreto Bersani) e che sono orientati, invece, ad un nuovo approccio della problematica.
Leggi i criteri: linee guida .
Leggi i criteri: tabelle esempio.

La competente commissione consiliare della regione Friuli Venezia Giulia ha completato l'esame del dl della Giunta che modifica la legge 29 del 2005. Adesso il disegno di legge dovrà essere sottoposto all'attenzione del Consiglio delle autonomie. C'è ancora tempo per correggere la rotta. Leggete il disegno di legge e segnalate ai vostri Sindaci le modifiche che ritenete opportune, in modo che possa parlarne nelle sedi istituzionali.

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