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Archivio delle news inviate alla mailing list della Comunità di Pratica


Ordinanza orari sala giochi
News inviata il 28 ottobre 2015

Per il tar Toscana (sentenza n. 1415 del 26 ottobre 2015) il provvedimento del Comune è legittimo soltanto se preceduto da una seria valutazione dell’incidenza del fenomeno a livello cittadino, della gravità dello stesso sotto il profilo patologico, sociale ed economico e della diversa domanda di giochi (scommesse; videogiochi, ecc.) presente sul territorio. Insomma, la genericità non premia, ciò in quanto deve essere contemplato un accurato bilanciamento tra valori ugualmente sensibili (il diritto alla salute e l'iniziativa economica privata). https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=C7252VKRWLWFK7Q27FBYXGXEIY&q=

Illegittima l'ordinanza comunale che limita l'esercizio dell'attività di piercing
L'ordinanza comunale che impedisce a soggetti in possesso di attestati professionali conseguiti in altre regioni di svolgere la pratica di piercing in zone sensibili del corpo è illegittima. In tal senso T.A.R. Piemonte, Torino, Sez. II, 16 ottobre 2015, n. 1468. Un approfondimento è pubblicato sul Quotidiano PA delle leggi d'Italia. http://quotidianopa.leggiditalia.it/quotidiano_home.html#primapag=PKQT0000144814,NOTXT=1


Sindaci anti slot
News inviata il 22 ottobre 2015

Orari per l'azzardo: "La normativa in materia di gioco d’azzardo - con riguardo alle conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché dell’impatto sul territorio dell’afflusso ai giochi degli utenti - non è riferibile alla competenza statale esclusiva in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all’art. 117, comma secondo, lettera h), della Costituzione, ma alla tutela del benessere psico-fisico dei soggetti maggiormente vulnerabili e della quiete pubblica (come rilevato dalla Corte Costituzionale con sentenze 10 novembre 2011, n. 300, e 21 aprile 2015, n. 995), tutela che rientra nelle attribuzioni del Comune ex artt. 3 e 5 del d.lgs. n. 267 del 2006. La disciplina degli orari delle sale da gioco è infatti volta a tutelare in via primaria non l’ordine pubblico, ma la salute ed il benessere psichico e socio economico dei cittadini, compresi nelle attribuzioni del Comune ai sensi di dette norme." Consiglio di Stato, sentenza 4794 del 20 ottobre. https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=DZJMOLF72MXM2VGDQ5QHGPWNOU&q=

La SCIA e l'autotutela nella legge n. 124/2015: primi dubbi interpretativi
La legge n. 124/2015 persegue l’obiettivo ambizioso di riorganizzare profondamente le strutture e le funzioni delle pubbliche amministrazioni, in tutte le loro articolazioni. In questo disegno si collocano gli specifici interventi mirati a riformare, in alcuni aspetti ritenuti critici, la disciplina generale del procedimento e dell’atto amministrativo, racchiusa nella legge n. 241/1990. Le innovazioni comprendono correzioni “estetiche”, di mero perfezionamento tecnico delle norme previgenti, insieme a modifiche sostanziali più rilevanti e a progetti di riassetto complessivo di determinati settori. Gli strumenti normativi utilizzati risultano diversificati. La tecnica preferita è quella della delega al Governo, ritenuta più idonea per sistemare adeguatamente materie considerate di elevata difficoltà (articoli 2, 4 e 5). Leggi tutta l'analisi del Consigliere di Stato Marco Lipari pubblicata su federalismi.it http://www.federalismi.it/ApplOpenFilePDF.cfm?artid=30592&dpath=document&dfile=20102015123142.pdf&content=La+SCIA+e+l%27autotutela+nella+legge+n.+124/2015:+primi+dubbi+interpretativi+-+stato+-+dottrina+-+


Soddisfatti i ristoratori: «Finalmente chiarezza» HOME RESTAURANT, ARRIVANO LE PRIME MULTE A Torino i NAS sanzionano irregolarità amministrative ed igienico-sanitarie
News inviata il 15 ottobre 2015

L'annuncio è arrivato, via comunicato stampa, dalla APPE, l'Associazione dei titolari di pubblici esercizi, aderente a Confcommercio. «Lo avevamo preannunciato e denunciato fin dall’inizio – attacca soddisfatto Erminio Alajmo, Presidente dell’APPE di Padova – che le attività di home restaurant sono illegali: adesso arrivano le prime multe a certificarlo». Il riferimento del “numero uno” dei ristoratori padovani è alla sanzione di seimila euro comminata dai NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) di Torino a un “ristorante casalingo” del capoluogo piemontese, per carenze amministrative e igienico-sanitarie. Gli home restaurant sono attività in cui un privato organizza cene nella propria abitazione: per partecipare è richiesta una prenotazione su un apposito sito web e, al termine del pasto, è previsto il pagamento del prezzo corrispondente.
I NAS si sono attivati a seguito della Circolare del Ministero delle Attività Produttive dello scorso aprile, che equipara in tutto e per tutto le attività di home restaurant ai veri e propri ristoranti, assoggettandoli anche agli stessi obblighi che devono rispettare le regolari imprese di somministrazione di alimenti e bevande.
«Stesso mercato, stesse regole – dichiara Alajmo – è il motto che dovrebbe guidare le Autorità nei controlli verso le tante, troppe, attività di somministrazione parallela o, sarebbe meglio dire, illegale: mi riferisco non solo all’home restaurant, ma anche ai finti circoli privati, alle sagre, ai finti agriturismo, alle parrocchie, alle feste in villa e tanti altri … ». Già a maggio l’Associazione degli esercenti, che rappresenta circa 700 ristoratori nel Padovano, aveva scritto una lettera a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia di Padova, per sensibilizzarli sul problema, e adesso tornerà alla carica. «Scriveremo ancora – conferma Alajmo – affinché questo fenomeno abusivo e illegale venga stroncato prima che possa svilupparsi a danno delle regolari attività e, soprattutto, dei consumatori, che devono potersi recare in locali autorizzati, in regola con le norme igieniche, fiscali, amministrative, di sicurezza e di ordine pubblico». Soddisfazione, ma anche amarezza, sono i sentimenti che vivono gli esercenti padovani. «Soddisfazione – dichiara Alajmo – perché le nostre segnalazioni vengono sempre confermate dai fatti, ma anche amarezza perché in occasione dei pochissimi controlli che vengono effettuati, emergono sempre pesanti irregolarità. Mi riferisco, ad esempio, all’operato dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna che ha smascherato vere e proprie attività commerciali che, utilizzando lo schermo del “no profit”, beneficiavano ingiustamente di privilegi tributari: tra imposte e sanzioni, sono state richieste dall’Erario diverse centinaia di migliaia di euro».

Bene! Pare quindi che i problemi relativi all'invio delle news letter siano stati risolti. Speriam bene .... Invito, comunque, tutti ad entrare direttamente nel sito per vedere se la situazione è sotto controllo o qualcosa, invece, era sfuggito.


Sequestro mezzo commercio area pubblica
News inviata il 14 ottobre 2015

L'automezzo utilizzato per il commercio su area pubblica, in forma itinerante, non può essere considerato quale "attrezzatura". E di conseguenza, al pari delle stesse, non può essere oggetto di sequestro, qualora l'attività venga ad essere esercitata al di fuori dei limiti previsti dalla legge. Lo ha chiarito il Ministero dello sviluppo economico, con il parere 174133 del 28 settembre inviato ad un comune Veneto. Il parere in questione è disponibile a questo indirizzo: https://www.facebook.com/download/1055734624436804/ap_ITINERANTE.pdf


Sale videolottery e sovrapposizioni di competenze
News inviata il 9 ottobre 2015

Deve essere preceduto da Scia l'inizio di attività di gioco lecito Scia, Suap, sale di videolottery: dalla sovrapposizione di normative emerge un quadro di riferimento normativo assolutamente disorganico. Ma il Consiglio di Stato, nell'accogliere l'appello di Comune e Regione, che avversano l'apertura di una sala destinata all videolottery, centra il bersaglio. Solo la Scia che attesta la conformitàurbanistica, edilizia e sanitaria consente l'inizio di un'attività economica. Leggi l'approfondimento di Marilisa Bombi pubblicato dal Quotidiano per la P.A: delle leggi d'Italia. http://www.quotidianopa.leggiditalia.it/quotidiano_home.html#primapag=PKQT0000143565,NOTXT=1

Il commercio di cose usate: tra vendita e riuso
La Regione FVG fa da apripista e lancia i centri del riuso. Con regolamento, approvato con decreto del Presidente della Regione n. 176 del 28 agosto 2015, infatti, sono state definite le modalità di finanziamento per i centri del riuso, le cui linee guida sono state approvate con la delibera giuntale n. 1481 del 22 luglio 2015. Tuttavia, lo scenario del riuso è ben più ampio di quello definito dalla Regione e molti comuni, in Italia, si sono dati da fare per dare concretezza all’obiettivo che il Parlamento aveva individuato sei anni fa, con i mercatini del riuso. Con la legge 13/2009 avrebbe dovuto decollare un’ iniziativa assolutamente nuova e totalmente diversa dai mercatini delle pulci o dell’usato diffusi un po’ in tutto il Paese, consentendo alle “cose” di vivere una seconda vita. L’art. 7-sexies “Valorizzazione a fini ecologici del mercato dell'usato” della legge 13/2009 aveva creato, in pratica, i presupposti per partire ufficialmente alla grande, in un settore che, comunque, ha bisogno di regole, in quanto il confine tra il lecito e l’illecito è molto sottile. Ne parleremo venerdì prossimo, a Udine. Per maggiori info: http://sito.dirittoitalia.it/formazione/scheda_corso.jsp?id_corso=852

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